Commento sulla ricaduta pratica di un video della SwedishHoofSchool

I video della “SwedishHoofSchool” hanno fatto il giro del mondo. Hanno contribuito sostanzialmente a diffondere la filosofia barefoot. Se ne trovano molti su you tube e tutti sono da vedere più volte. Tuttavia un conto è la didattica altro è la realtà. E’ possibile sollecitare con martinetti idraulici un moncone, non si lamenterà mai e non zoppicherà.

Questi video esplicativi della fisiologia dello zoccolo del cavallo non possono essere utilizzati direttamente come guida al pareggio. Sono un laboratorio per lo studio del funzionamento dello zoccolo. Punto.

Vorrei richiamare la vostra attenzione sul video qui allegato:

e relativo all’importanza della pressione esercitata sul fettone dal terreno su cui va a posarsi il piede per il corretto esprimersi del “meccanismo dello zoccolo”.

Lo zoccolo nel video, con fettone passivo, e scarso “meccanismo”, viene trimmato (pareggiato) riducendo notevolmente l’altezza dei talloni. Sottoposto nuovamente a sollecitazione lo zoccolo dimostra un “meccanismo” nettamente migliore. E’ con questo video in mente e una foto del famoso zoccolo di mustang di Jackson in tasca che una moltitudine di proprietari rispettosi ed amici del proprio cavallo esce la mattina con l’idea di pareggiarlo, nella certezza che talloni più bassi faranno la differenza. Quel giorno per lo sventurato domestico cominciano i guai. Se è vero che tallone basso significa meccanica superiore è altrettanto vero che strutture di dimensioni e spessori ridotti debbono potere fare affidamento su materiali speciali. Un mustang con zoccoli in “lega aeronautica” si può permettere misure che un domestico non riuscirebbe a sognare. Il risultato del pareggio è un cavallo sensibile nella parte posteriore del piede(tradotto in chiaro = dolorante) su un terreno appena appena diverso da un magnifico prato inglese che inevitabilmente accorcerà il passo e magari inizierà ad atterrare di punta.

Il “take home message” è questo:

non riducete, e pretendete che non venga ridotta, l’altezza dei talloni dei vostri cavalli su un modello. La registrazione dei dati, quanto e come il cavallo consuma sono un must. SE ciò è ignorato, a dispetto della chiacchiera chi vi sta trimmando (pareggiando) il cavallo sta semplicemente accorciando le sue unghie. L’altezza andrebbe regolata con riferimento al piano della suola all’angolo di inflessione lasciando un certo margine (millimetri) in più. C’è chi, addirittura, scava nella suola per ottenere direttamente o indirettamente un tallone ancora più basso. Questo margine, il numero di millimetri in più di sporgenza rispetto al piano della suola, dipende:

  • dalla natura del terreno di lavoro e quindi da quanto lo zoccolo può penetrare in esso rendendo attivo, sottoposto a pressione, il fettone.
  • dal cavallo, dallo stato in cui si trovano le varie parti costituenti lo zoccolo e la capacità conseguente di ammortizzazione all’impatto
  • dalla eventuale patologia che comporta il bilanciamento di diverse necessità.

L’altezza dei talloni non è quindi “data” o “bassa” bensì una variabile dipendente a sua volta da altre variabili. Un video o una serie di video ottimi possono trasformarsi da strumento di diffusione della conoscenza in strumenti per la diffusione di idee e tecniche errate. Il gran numero di cavalli che, se non addirittura doloranti, non sono comunque “sound” su terreni vari, a causa della non meditata e non cautelativa riduzione dell’altezza dei talloni, dimostra che il problema è reale. Per favore non fatevi ipnotizzare e non lasciate che il vostro cavallo cada in un trabocchetto costituito di carta patinata e video sul web. In questa stessa sezione potete leggere un articoletto dello scorso anno: -I livelli nel pareggio- attinente. Qui di seguito la parola, che ritengo importantissima quanto disattesa in pratica, di Jaime Jackson.

Nel nome di Jackson è MIA OPINIONE vengano compiute azioni inappropriate. Per questo invito allo studio dei suoi documenti originali . Solo leggendone l’opera completa potrete comprenderlo ed apprezzarlo.

Questo sito è  rivolto a Pete Ramey ed alle sue tecniche. Ma si tratta di diversi rami dello stesso albero! Riguardo alla gestione non vi sono abissali differenze. Vedrete P.Ramey pareggiare un cavallo in una corsia di box e lo sentirete invocare per lui la maggiore libertà di movimento possibile ma non scoraggiare il proprietario di un cavallo stabulato nel suo avvicinamento al barefoot. Tutto matura con il tempo, le idee, l’organizzazione. Il lavoro sullo zoccolo: differenze importanti. La suola si lascia incallire, la parete si accorcia tenendo conto dello spessore di questo callo, il fettone non si riduce verso l’apice esponendo il tessuto sottostante ma si lascia incallire a protezione. L’altezza dei talloni viene regolata soprattutto tenendo conto della richiesta del cavallo e la necessità imprescindibile dell’atterraggio di tallone e non di punta. Il distacco da terra viene facilitato meccanicamente arretrando il punto di involo dello zoccolo anche, a seconda dei casi,  all’interno della linea bianca. Diverso è l’approccio allo zoccolo laminitico. Si utilizzano scarpe e solette, bende gessate e resine.

I brani che seguono sono estratti dal bollettino 101 di J.Jackson. Il bollettino è coperto da copyright. Non credo di fare un danno a chichessia riportandone solo un brevissimo passo a favore di tanti cavalli martirizzati ad ogni pareggio. Invito a comperare la serie completa dei bollettini. Costituiscono parte della storia del barefoot. Vi potrete rendere conto di quanto siano scritti attentamente senza lasciare nulla al caso. Anzi, prolissi! A scapito a volte dell’efficienza. Ho ricordato nello studiarli quando ero bambino e cercavo di allungare il tema per riempire almeno una facciata e mezzo del protocollo …    Se poi vorrete abbracciarne la filosofia o rivolgere, come noi, l’attenzione a Pete Ramey, più ricercatore, sperimentatore e tecnico, sarà una vostra scelta personale. Per qualsiasi informazione o rerouting verso Ramey non avete che da chiedere :))   ( pagina contatti !!! )

Ma ricordate che non è possibile avere idee chiare o almeno provare onestamente ad averle senza conoscere le varie campane!


The question that usually arises, and often without regard to T°, is how short can the toe and heels be trimmed to render a naturally shaped hoof? Commonly, the heels — like the toe wall — are trimmed as short as possible in the belief, often based on the wild hoof model, that minimal capsule length is the primary or sole objective of natural trimming.

Let us summarize the effects of trimming for natural (N°) and adaptive/healing toe angles. First, take note that we have sustained H° by regulating HL relative to TL. We have not simply reduced HL and TL to their maximum shortness without causing harm. If we think about this, we have actually subordinated the importance of maximum localized capsule reduction at HL. While the general trimming guidelines based on the wild hoof model require that we reduce TL to minimal shortness, which we have done, we must use restraint in trimming the heels so as not to lower the hoof’s healing angle-of-growth below H°. Even if this means leaving what we may be thinking (mistakenly) as “long heels”.

…“long heels” — is, in my opinion, a judgement call that does not take fully into account several important features of naturally shaped hooves (i.e., the wild horse hoof model):

First, in the natural hoof, HL is the length of heel required to sustain N°. In the wild, this is achieved through minimal capsule length (HL and TL) and optimal capsule angle-of-growth — both driven by the exigencies of equine life in a rugged, demanding environment. These characteristics, we know, favor the the animal’s survival, and there is no other explanation.

By and large, we simply don’t see this environmental pressure in domestic horse populations, so our horses are not blessed with the powerful wild horse hoof in the simple course of living. We must bridge the gap for them through natural hoof care (and horsekeeping) practices, or, as we have seen, they will continue to perish for our failure to do so.

Questo articolo è stato pubblicato in Letture, Pareggio il da .

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.