Guardando ad est.

Già quando commentai le vicende sui cambiamenti climatici mi dissero “cosa centra questo” con i cavalli e la gestione naturalizzata. Risposi che non vi è nulla di sostenibile e concreto senza  una politica che comprende  la riduzione degli sprechi e la virtuosa gestione delle materie prime  senza almeno il tentativo ed indirizzo alla pianificazione del numero degli utilizzatori. Così come predicavano negli anni del dopoguerra tutti i maggiori intellettuali e politici. Il contenimento del genere umano in un pianeta che non è di gomma che interessa a tutti ma di cui nessuno osa più parlare, pur essenziale dovrebbe essere accompagnato dalla diffusione delle più elementari regole democratiche e rispetto. Ora, se guardate ad est ed a sud, ditemi se ne trovate. Pensate a Reggeni, all’utilizzo dei migranti come arma di ricatto e per instabilizzare l’Europa, alla persecuzione di giornalisti. Dovrebbe bastare. Israele è una piccola isola democratica. Dove le donne guidano, sono padrone di se stesse. Dove si può praticare il culto che si vuole. Dove l’espressione è libera. Con tutti i problemi di un paese piccolissimo, sede di frizioni insanabili determinate da politiche internazionali secolari. Al di la di tutto quel che è oggettivamente riscontrabile è la qualità della vita e la libertà cui noi europei siamo abituati che fa la differenza. Guardando ad est ed a sud la ritrovate solo in Israele. Non parlo di uomini beninteso ma di sistemi.

Mi sono occupato di gestione naturalizzata, di animali. Senza spazi qualsiasi miglioramento è impossibile. Ma è impossibile anche in un mondo senza regole, dove la casta, il genere, la posizione iniziale sono unici riferimenti. Non vi basta come buona ragione per l’inserimento di quanto segue? Mi spiace, sento il dovere morale di richiamare l’attenzione sui razzi e l’odio contro un popolo di lavoratori, pionieri, ricercatori, contadini che hanno faticato duramente.

E questo è un blog e vivo in un paese dove per fortuna l’espressione è libera.

L’articolo che segue è tratto da IL GIORNALE.IT

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità, di essere uno stato d’apartheid, di pulizia etnica, voi che difendete Hamas a Parigi, a Berlino, a Londra e a Roma, che inondate Israele di accuse storiche e fattuali sui social media; che, persino, con demenziali teorie della cospirazione suggerite che Netanyahu, diabolico principe del male, avrebbe scatenato la guerra d’accordo con Hamas per ragioni di potere. Voi che finché i terroristi bombardano le case, i kibbutz, le scuole, Gerusalemme e Tel Aviv non uscite per strada per denunciare i palesi crimini contro l’umanità contenuti nel prendere di mira la popolazione civile; voi che quando il terrorismo suicida fece duemila morti nelle strade di Israele con la Seconda Intifada trovaste il tempo, paradossalmente, solo per condannare, anche allora, il diritto alla difesa contro l’omicidio di massa della gente d’Israele che saltava per aria negli autobus e nelle pizzerie, ditemi se avete un’idea su come fermare Hamas che non prendere di mira le strutture e gli uomini di chi progetta e opera i bombardamenti.

Hamas ha attaccato Israele senza nessuna ragione, un altro round in cui tortura l’intera popolazione civile prendendola a caso di mira, senza altro obiettivo che quello di terrorizzare, uccidere, distruggere. Lo fa tenendo in ostaggio la sua popolazione: due milioni di persone. Quando la usa come scudi umani, sta lanciando missili o organizzandosi per farlo: se l’esercito israeliano si ferma proprio in quel momento, il missile di Hamas parte. E quale governo, quale esercito, ha il diritto di decidere di abbandonarsi all’eventualità che quel missile colpisca i suoi concittadini? Sarebbe pura complicità con il crimine. La verità è nella semplicità di questa vicenda e la sua manipolazione ha un carattere ideologico, è frutto di un pregiudizio contro lo Stato d’Israele come stato delegittimato, indegno di esistere e di battersi per la sua esistenza. È antisemitismo. Proprio come gli ebrei erano considerati indegni di esistere e battersi per la propria esistenza e quella dei figli. Nessun Paese ha dovuto sopportare più a lungo i colpi che il terrore gli ha inflitto.

La scelta ideologica di Hamas è definitiva, la stessa di Haj Amin al Husseini, l’amico di Hitler, negli anni ’30. Israele ha opposto in prima linea uno scudo mondiale di protezione anche morale con la forza della legge, della moralità delle armi, e di una società aperta. Se si trattasse di scontro territoriale, l’Onu non si baloccherebbe dal 1975 con risoluzioni che ripropongono l’idea che «sionismo è uguale razzismo». È vero il contrario: il sionismo di un qualsiasi israeliano, e anche di Netanyahu che da ignorante presuntuoso, un ministro e vicepresidente del Pd, Provenzano, accusa di essere un reazionario, è fiducia nella apertura della propria casa, come provano le tante offerte di pace sempre rifiutate dai palestinesi, nella democrazia così costosa, ma è anche identificazione chiara del nemico che ti vuole uccidere. Delegittimando Israele dal suo diritto alla difesa, si sottintende la legittimità, per converso, dell’eliminazione del popolo ebraico. Israele deve fermare Hamas, anche se la guerra asimettrica è terribile e dolorosa: fingere di non capirne il significato evidente significa alla fine condividere almeno in un angolo del proprio cuore l’idea che nella parola ebreo esista un contenuto di illegittimità, specie nel momento dell’autodifesa contro l’aggressione e la violenza armata.

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Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.