Suole e “callosità”

ATTENZIONE! Questo é uno degli articoli più letti su questo blog. Per qualsiasi dubbio scrivete o meglio partecipate magari come osservatori alle giornate pratiche. Non è tanto facile spiegarsi ed è facile interpretare scorrettamente.

Le fotografie sono utili a comprendere il significato di callosità. Termine spesso utilizzato impropriamente. I proprietari di cavalli stabulati o sui quali altri intervengono di routine sulla suola, con il coltello o con le tenaglie,  conoscono poco il piede sotto questo aspetto. Ho aggiunto delle frasi in rilievo che dovrebbero aiutare a vedere il fenomeno descritto in modo logico e concreto. (aprile 2017)

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La callosità, l’accumulo di un certo spessore di materiale di esfoliazione sono frutto dell’esposizione ( non tanto dell’adattamento ) dello zoccolo al terreno duro, estivo, nel quale esso non può penetrare. Non potendo lo zoccolo penetrare, affondare un poco nel terreno, il peso del cavallo si trova ad essere sostenuto dalla sola parete con conseguente “carico periferico” (Il carico periferico per eccellenza è quello imposto allo zoccolo dal ferro, con esclusione dalla funzione di suola e fettone) . La natura, la condizione, provvede in questa condizione a ridurre parzialmente la concavità della suola riempiendo la volta con materiale di esfoliazione con caratteristiche piuttosto elevate di durezza. ( o meglio, senza attribuire a tessuti la capacità di pensare e reagire, molto più semplicemente, il materiale  prodotto subisce meno l’azione abrasiva del terreno diventato meno penetrabile e si accumula sulla suola ). Ciò permette indirettamente il mantenimento della ripartizione del peso tra parete e suola. Più materiale di esfoliazione si compatta sulla suola invece di essere abraso dal terreno (o tolto dal pareggiatore) più protetto sarà il piede in caso di una uscita su un terreno particolare. Il cavallo che si muove tantissimo non presenterà un accumulo di questo materiale di escoriazione. I maggiore esercizio lo dota gradualmente di una suola più spessa e densa più efficiente.  Le callosità sono proprie dello scarso utilizzo. I calli alle mani vengono a chi fa un lavoro pesante occasionale. 

Con la suola così ” protetta “, il cavallo corre confortevolmente anche su terreni aggressivi. Asportare queste “callosità” comporta sensibilizzazione, riduzione della “soundness” del cavallo. Con il ritorno della stagione umida o magari con l’ispessimento “eccessivo”, le “callosità” si sfaldano ed il piede ritorna a mostrarci il piano “vero” della suola e concavità maggiore. Questo accade naturalmente. Naturalmente sarebbe meglio se il  cavallo si muovesse molto di più  e giornalmente, la parete sarebbe esposta ad usura continua. Il consumo sarebbe compensato da una  crescita vigorosa. E così via.

La fotografia in alto a destra è di una suola coperta di materiale  di un cavallo che si muove parecchio. Parete e suola non hanno altezze particolarmente differenti. La fotografia di sinistra mostra uno zoccolo di materiale più scadente e che si muove di meno. La parete è stata non si è consumata abbastanza mentre le placche, tornando il terreno umido, si stanno sfaldando. Conseguentemente il carico sulla parete aumenta. Che cosa succede?

Lo potete vedere nella fotografia in basso a destra. Troppo lunga e sottoposta ad un carico eccessivo la muraglia si spezza ai quarti dove:

  • il “callo” si era staccato
  • e dove non dovrebbe insistere una pressione continua.

Se la muraglia fosse stata ridotta, per azione del terreno o del pareggio, come indicato nella fotografia in basso a destra con i puntini probabilmente la parete non si sarebbe spezzata. La parete sarebbe stata sporgente di un paio di mm. rispetto al piano della suola nuda, non sporgente invece rispetto all’utilissimo e protettivo piano rappresentato dal materiale di esfoliazione accumulato al di sopra. Con la perdita di questo materiale o successivamente alla sua asportazione con il pareggio la parete sarebbe rimasta sporgente dal piano della suola solo un pochino e sarebbe stata quindi in grado di resistere senza spezzarsi.

La presenza di materiale di esfoliazione non deve essere causa dell’aumento di altezza dello zoccolo. Ripeto, la parete deve essere lavorata con riferimento al piano della suola “vero” che lo vediate o meno.

Nelle fotografie le placche di materiale di esfoliazione ( solar plates ) sono ormai vecchie e poiché la stagione è cambiata, senza più una ragione meccanica. Ma osservate i puntini che ho aggiunto. Indicano la altezza di pareggio della parete che le avrebbe permesso di non spezzarsi pur lasciando ancora le placche al loro posto.

IMPORTANTE

Se il pareggiatore decide di eliminarle anzitempo e non sono “mature” ed il piede é secco perché é estate ( condizioni che dovrebbero consigliare di lasciarle dove sono ) è facile strappare via insieme ad esse parte della suola sottostante, specialmente se si usano le tenaglie. Ve ne accorgete perché il materiale si stacca come fosse incollato producendo cortissimi filamenti ed il rumore classico del legno o cartone incollato e strappato. Le solar plates devono frantumarsi e cadere come un castello di carte …. allora si che siete sicuri di fare un lavoro bello ed utile senza se e senza ma. Lasciare le plates al loro posto diventa, in caso di umidità crescente, un problema per il cavallo.Il materiale sconnesso e parzialmente staccato, delaminato si infetta facilmente. Meglio aiutarlo a liberarsene.

Una ultima considerazione. Se trovate questo materiale sovrapposto alla suola (ma siete in grado di capire la differenza tra suola e solar plates nelle varie sue densità, consistenza, spessore?) ad ogni pareggio o dopo pochi giorni dal pareggio indubbiamente state remando contro il cavallo che sta cercando disperatamente di riformare quello che voi vi ostinate a togliere. Una bella frase di altri tempi! Più onestamente e senza ancora attribuire ai tessuti o al cavallo una tale capacità pensante, ciò che viene continuamente prodotto viene abraso meno e si accumula perché la parete non penetrando o penetrando meno nel terreno  fa rimanere per così dire sollevate da terra le parti più interne. Non é scorticando il piede del cavallo che riuscirete ad avere suole più spesse e forti. Eliminare le solar plates (materiale di esfoliazione compatto) e non permettere al cavallo l’attività che gli sarebbe naturale in ambiente non antropizzato, compito assai difficile, crea solo dei disgraziati che agli occhi degli ignoranti che incontrate per strada “non possono andare scalzi”. Questo succede tutti i giorni ai cavalli cui il materiale di esfoliazione viene tolto ad ogni pareggio per “ristabilire la concavità e favorire l’elaterio”. Quale elaterio è possibile quando la sensibilità immobilizza o riduce la capacità di muoversi del cavallo? 

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Questo articolo è stato pubblicato in Studio di zoccoli il da .

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.