Alimentazione, la leggenda del fiocco

di Alberto

Il termine fioccatura si applica alle granaglie che vengono schiacciate per laminazione dopo aver subito un trattamento termico.

Il processo fu massicciamente adottato negli anni ’70 per la nutrizione del vitello a carne bianca, molto di moda in quel tempo. Questo avveniva per evitare l’arrossamento delle carni, caratteristica del passaggio da monogastrico, il vitello, a poligastrico, il manzo.

Con il diffondersi di questo tipo di allevamento, alle linee di fioccatura aziendali, che usavano i cereali prodotti direttamente, mais, orzo, frumento, avena, segale, triticale, ecc. ecc., si sostituirono le linee di produzione dei mangimisti che fornivano il prodotto finito.

Nel tempo, per fortuna, questo tipo di allevamento fu abbandonato. Il consumo lasciò questo alimento in favore di altri.

I mangimisti, si trovarono le costose linee di fioccatura praticamente ferme e dovettero inventarsi qualche cosa di sostitutivo.

Una caratteristica negativa del fioccato e’ la deperibilità molto elevata, mancando la protezione del tegumento esterno della granella. Il fioccato inizia a deperire nel momento stesso in cui viene prodotto.

Considerando appunto le caratteristiche di instabilità e deperibilità del fioccato, scelsero un mercato non particolarmente tecnico, quindi facilmente influenzabile, molto frazionato, uno, due capi al massimo, e con buone possibilità economiche.

Il mondo del cavallo era l’ideale, ecco la brillante idea ! Soddisfava tutte le caratteristiche richieste.
Una buona pubblicità mirata, accattivanti confezioni, poca preparazione veterinaria nel settore specifico dell’alimentazione, almeno all’inizio, poca attenzione e informazione da parte dei proprietari di cavalli, e la trappola scattò.

Purtroppo, con l’intervento dell’industria, nascono subito alcuni problemi:

  • nessun controllo diretto sulla qualità della granaglia, qualsiasi derrata contenente muffe o grane spaccate, striminzite, mondiglie, ecc., può diventare apparentemente un buon fioccato.
  • La decorticatura o la degerminatura vengono praticamente abbandonate, con immediato decadimento della qualita’ del prodotto finale.
  • La conservazione prolungata, i mangimisti forzano per fornirne grandi quantità, in sacchi o in silos, non potendolo fornire giornalmente come si dovrebbe, genera una forte diminuzione della qualità.
  • Il fiocco non favorisce la masticazione, i cavalli si abituano ad ingerirlo con rapidità, essendo molle, e non irrorano la massa con la giusta quantità di saliva (anche 40 litri al giorno) preferendo ingerire acqua.
    L’effetto finale parrebbe lo stesso, ma, di fatto, vi sono scompensi a livello digestivo, soprattutto a carico dello stomaco che non è più protetto dalla saliva. L’alimento molle, fioccato e mangime in pellets, è adatto ai ruminanti che hanno la masticazione differita rispetto all’ingestione. Il cavallo, monogastrico erbivoro, deve masticare a lungo e bene prima di ingerire l’alimento.
  • Con i fioccati la miscelazione con sali minerali e vitamine non può essere fatta a livello meccanico, soprattutto per il diverso peso specifico degli elementi, la manipolazione dei sacchi porta ad una scissione delle parti più pesanti rispetto a quelle leggere, la stessa cosa avviene nei sili, per le vibrazioni dovute al passaggio dei mezzi. Le integrazioni devono essere quindi somministrate a parte.

Tutte le manipolazioni che portano ad una raffinazione del cibo ottengono come risultato la malnutrizione sottoforma di calorie “nude” o “vuote”.

Praticamente alimentazione spazzatura.

Sono assolutamente da escludere dall’alimentazione del cavallo!

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Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.