Il sito è dedicato al cavallo condotto senza l’ausilio di imboccature e ferratura ed alla sua gestione semplice. Non vende nulla di materiale, propone studio e offre conoscenza.

Member of American Hoof Association

BENVENUTO. Gestione semplice non significa fare economia. Mantenere un cavallo ha un costo sensibile se il servizio é adeguato alla necessità di un animale di grandi dimensioni ed in perenne movimento. La spesa aumenta se ve ne occupate direttamente. A tutto il materiale ed allo spazio necessario si deve  aggiungere il proprio tempo, tutti i giorni. Tutti.

Sorpresi? Ripari, recinzioni, forniture di acqua e luce, smaltimento dei rifiuti e approvvigionamento del fieno sono solo alcune delle incombenze cui è necessario far fronte. Soprattutto lo spazio! Più spazio per i cavalli, più denaro per l’acquisto o affitto della terra. Più terra per i cavalli, più terra sottratta ad attività produttive. Senza contare il vostro lavoro o il costo di  un aiutante, l’ impegno é considerevole.

Valutate queste  funzioni:
– ambiente x impegno del proprietario = benessere animale
– spazio + soldi + tempo + (conoscenza x n) = benessere animale
e  fatene un sistema dove l’incognita é proprio il benessere animale. Il benessere animale è funzione di quanto investite in termini di tempo, denaro e conoscenza.
Si può fare a meno dello spazio se si hanno soldi e tempo, viceversa si può essere meno abbienti se si dispone di tempo e spazio o almeno si é disposti a dedicare tempo. La conoscenza è un requisito irrinunciabile. In queste pagine cerco di trasferire parte di quello che ho imparato osservando e studiando.
Pensate alle equazioni del benessere animale prima di impegnarvi con un cavallo. Informatevi e frequentate gli ambienti giusti,  prima e dopo. Questa pagina e questo sito sono una introduzione al mondo iron free. Un mondo diverso da quello frequentato dall’abituale cliente del centro equestre dove c’è chi pensa, governa in qualche modo gli animali lasciando a voi l’occasionale guida in campo o in passeggiata. Il barefooter e l’ironfree  sono buoni conoscitori delle necessità alimentari e addestrative, in breve gestionali del loro animale.

Michela Parduzzi, Bolzano

Michela Parduzzi, Bolzano. Janosch con la bitless e quattro bellissimi zoccoli pareggiati da Leonardo de Curtis, AHA-CT

Lo spazio adeguato, l’alimentazione corretta, le condizioni igieniche sono condizione necessaria. Quel che segue in questa pagina vi può orientare  e preparare alla lettura dei vari articoli del sito che trattano di cavallo scalzo e più in generale condotto senza l’ausilio di aiuti meccanici. Se desiderate percorrere la strada che permetterà al cavallo di accompagnarvi senza ferratura e senza imboccature siete tra amici su uno dei siti giusti. Il sito é dedicato al cavallo non al cavaliere ed in continua crescita e ristrutturazione. Non un sito precotto, standard, ma un libro da leggere e studiare. Un libro particolare dove le pagine cambiano, si trasformano ed aumentano con il tempo. Il pareggio è l’argomento maggiormente trattato, pari interesse è riservato alle imboccature o meglio alla diffusione dell’uso di capezze prive di imboccatura. Altri campi sono esplorati e articoli pertinenti alla naturalizzazione della gestione arricchiscono periodicamente la pagina “Letture”.

Da migliaia di anni i cavalli vivono al nostro fianco, da alcuni secoli vengono ferrati pur riconoscendo i danni provocati. Ora, nell’era dell’automazione e delle scoperte scientifiche, l’utilizzo della ferratura  e’ diventato dimostrazione di inerzia intellettuale ed il ferro un inutile e dannoso peso, non più “un necessario male”. Senza ferratura o protezioni permanenti ma facendo vivere il cavallo rispettando elementari norme igieniche si può ottenere una buona performance sul lungo periodo. 

Potete scegliere di far sferrare e poi far pareggiare periodicamente il cavallo ad un professionista o intraprendere lo studio che vi permetterà con gradualità e tempo di farlo personalmente.  Il “pareggio” di un cavallo è un lavoro e un’arte.  Necessitano conoscenza teorica,  conoscenza degli attrezzi e loro utilizzo, pratica sul campo. Il pareggio di un cavallo che dovrà rimanere scalzo necessita di un maniscalco opportunamente specializzato. Questa figura professionale prende il nome di “pareggiatore” in lingua italiana, trimmer in inglese. La preparazione di questi professionisti è il mio maggiore obiettivo al pari della sensibilizzazione dei proprietari. L’appellativo “pareggiatore” é obsoleto e riduttivo, adatto al maniscalco che prepara il piano per la applicazione del ferro o senza una tecnica particolare effettua un “pareggio” da pascolo. La corretta definizione di colui che con la necessaria conoscenza interviene su uno zoccolo da lasciare o mantenere scalzo é “podologo” e la scienza applicata “equine podiatry”(LaPierre). Troverete il termine “pareggiatore” qua e la nel sito per inerzia lessicale ma ricordate che nella realtà identifica una persona che non ha nulla a che fare con la realizzazione di uno zoccolo ad alta prestazione e di cultura particolarmente limitata, incapace di valutare tutti gli aspetti che concorrono alla soundness. Il podologo tiene invece in pari considerazione la tecnica e l’igiene, alias la gestione.                                                                                             

Gli attori

Mentre Jaime Jackson é senza dubbio il riferimento storico per ogni barefooter riguardo alla gestione in genere, Pete Ramey lo è per l’evoluzione ed affinamento della tecnica per la manutenzione o riabilitazione dello zoccolo. Noi europei dopo un ritardo iniziale abbiamo raggiunto gli americani. Esprimiamo una cultura generale ed un’etica uniche.

Su quale terreno può camminare e correre un cavallo senza ferri?

Non c’è preclusione. Lo zoccolo del cavallo ha necessità di abituarsi, condizionandosi, ai vari terreni come il nostro piede al mare all’inizio dell’estate dove troviamo sabbia e pietre. I primi giorni ci muoviamo con le ciabattine, di cui potremo fare a meno con il passare del tempo. Se il piede del cavallo non ha avuto la possibilità di maturare strutture adeguate muovendosi su terreni vari avrà bisogno di protezioni temporanee, scarpe e solette. Godetevi questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=KD7G_LKlt0w

Il cavallo necessita di imboccatura per essere condotto?

Prova a condurlo a piedi in capezza, gioca con lui con le varie corde di guida, monta in capezza in uno spazio controllato e limitato. FAI! Non sei solo. Scuole e gruppi ti possono dare l’aiuto che serve. Crediamo che l’uso di qualsiasi imboccatura rappresenti una rinuncia.  La rinuncia ad un più fine addestramento dell’uomo e dell’animale. Guardate cosa sa fare Honza con uno stick ed un collare:

http://www.youtube.com/watch?v=K5ZmDkhqhW8&feature=related

Un altro video di Honza:

http://irishhorse.tv/honza-blaha-interview/

ed uno di Luca Moneta:

https://www.youtube.com/watch?v=uaWm4Tb0J-w#t=10

e ancora Pat Parelli !

https://www.youtube.com/watch?v=xcXcbXA9oVk

e ancora Michela Parduzzi !!

Che significato possiamo dare a “Gestione Naturalizzata” ?

Gestione “naturale” significa riconoscere le necessità dell’animale e non mortificarle continuamente subordinandole alle nostre. Movimento in libertà, compagnia, alimentazione corretta contro confinamento, solitudine, diete sbilanciate ed ipercaloriche.  Non tutti hanno accesso a ettari ed ettari di terra o la possibilità di mantenere tanti cavalli ma tutti possono  grazie ad una maggiore consapevolezza e logica utilizzare al meglio ciò che hanno a disposizione. GESTIONE SEMPLICE NON VUOLE DIRE COMUNQUE FACILE O ECONOMICA, soprattutto nel breve periodo. Gli spazi sono tanto più impegnativi quanto più sono grandi. Foraggiamento, recinzioni, pulizia, controllo, ripari fanno levitare i costi in modo direttamente proporzionale alla superficie. Un bel posto, un grande spazio recintato tenuto bene é normale quindi che venga offerto ad un prezzo più alto di quello di un box o di un paddock trascurato. Riflettete anche sul fatto che naturale e naturalizzato sono due parole di significato differente. Naturale è la vita di un selvatico, naturalizzata a vari livelli la gestione che vede più o meno invasiva la presenza dell’uomo e del compromesso. Gestione e naturale non sono parole associabili. La gestione può intelligentemente cercare di avvicinare le condizioni di vita del domestico a quella del selvatico sottraendolo nel contempo a privazioni e pericoli.

Tecnica

Non è detto che per mantenere il proprio cavallo senza ferri sia necessario  impugnare una raspa così come non è necessario essere dei meccanici per guidare una vettura. Le uniche azioni non delegabili sono quelle giornaliere di pulizia ed eventuale disinfezione. Vi siete affidati finora a dei maniscalchi, un “pareggiatore” è un maniscalco specializzato o meglio un hoof care provider, una persona specializzata nella cura e riabilitazione dello zoccolo del cavallo. Una persona colta, un intellettuale che dedica molto del suo tempo allo studio ed aggiornamento, capace di riconoscere un cavallo zoppo ma anche una sella storta o una mano infelice. Capace di avvalersi e dialogare con veterinari, agronomi, addestratori. Questa é la figura di rilievo centrale teorizzata da Pete Ramey e solidificata dallo scrutinio del comitato di valutazione della American Hoof Association. Purtroppo non vi sarà facile trovare una persona così preparata quindi è importante che siate voi stessi capaci di evitare gli errori più gravi.

Sia che tu voglia tirarti su le maniche personalmente o osservare consapevolmente quello che altri fanno quando pareggiano lo zoccolo del tuo cavallo ecco dei suggerimenti. Successivamente alla lettura delle varie pagine di questo sito periodicamente aggiornato…

  1. Riferimenti si trovano sparsi qua e la nel sito. In “letture” l’articolo “biblioteca” viene periodicamente aggiornato.
  2. L’ANATOMIA dello zoccolo e della zampa é trattata nei due siti: www.ironfreehoof.comhttp://www.anatomy-of-the-equine.com/le tavole ed i filmati sono utili sia ai dilettanti che ai professionisti.
  3. Per quanto riguarda l’utilizzo di raspe e coltelli il suggerimento (seguilo anche se può sembrarti eccentrico) è quello di rivolgerti al falegname del tuo quartiere o paese. Impara a realizzare una superficie piana, una superficie curva di vario raggio, una finitura finale. Impara ad utilizzare indifferentemente la mano destra e la sinistra. Non sarebbe serio prendere tra le gambe il piede di un cavallo, magari irrequieto e chiedersi che fare o essere incerti. Il fattore tempo e la rapidità di operazione hanno la loro importanza. Se alla normale insicurezza relativa al che cosa fare si aggiunge l’incapacità a realizzare in pratica con gli attrezzi quello che si pensa … la demoralizzazione e l’abbandono sono già alla porta. Una pur minima e parziale capacità di intervento personale è necessaria. Pensate all’equivalente del controllo dei livelli e delle pressioni sulla vostra vettura. O al cambio di una luce di posizione.
  4. Non c’è nulla di meglio che osservare altre persone più pratiche nel lavoro di “pareggio” per parecchio tempo attraverso le 4 stagioni dell’anno. Il piede del cavallo, risentendo ed adattandosi al clima, al terreno, all’alimentazione, che variano necessariamente lungo il corso dell’anno se l’animale vive all’aperto, richiede interventi differenti e si può presentare diversamente all’occhio del “pareggiatore” (trimmer dall’inglese to trim).
  5. Partecipa ad incontri quale che sia che il tuo obiettivo, serio pareggio fai da te o da demandare ad altri. Se chiami un professionista è meglio conoscere almeno gli elementi della disciplina che pratica per potere confrontare idee ed orientamento. Questa pratica è giovane e molti, anche se in buona fede, commettono gravi errori.

Il cavallo senza ferri perde “la foglia di fico”. Il ferro nasconde, allontana nel tempo la manifestazione di errori di gestione del cavallo. Non è la cura, ma il paravento dietro il quale i problemi crescono. Stalle sporche, lettiere umide, alimentazione con prodotti industriali influiscono negativamente sulla qualità dello zoccolo. Se il vostro cavallo ha i ferri, i suoi poveri zoccoli saranno tenuti insieme grazie ad essi e non vi accorgerete dei danni finché non saranno fin troppo evidenti. Naturalmente ciò che è bene per un cavallo senza ferri è buono anche per un cavallo ferrato e viceversa. Ma il  piede del cavallo senza ferro reagirà meglio alle ingiurie dell’ambiente, si manterrà più facilmente sano pur necessitando comunque di IGIENE, cura e manutenzione periodica e mirata.

La scelta di mantenere il cavallo sferrato sottintende una filosofia. L’abbandono della cultura che vede l’animale come un mezzo per il raggiungimento di un fine, il rigetto del tanto peggio tanto meglio ovvero meno problemi massimo rendimento fino alla morte dell’animale o sua eutanasia per sopravvenuto scarso rendimento. Chi dimostra sensibilità e rispetto farà il possibile per tenere il cavallo in un posto ad esso congeniale, insieme ad elementi della sua specie e valuterà positivamente e senza pregiudizio l’opportunità di tenerlo sferrato migliorandone così le condizioni di salute generale.

Tornando al pareggio, se vi piace impegnarvi personalmente considerate che saper sollevare e mantenere in posizione l’arto del cavallo, avere un corretto rapporto con l’animale  rappresenta la migliore assicurazione contro gli infortuni e la premessa per la realizzazione di un buon lavoro persino  se vi limitate inizialmente alla pulizia e disinfezione. Quali difficoltà si possono incontrare?

  1. E’ un puledro ?
  2. Ha difetti di appiombo o dello zoccolo?
  3. E’ pesante?
  4. Non hai capacità manuale?
  5. Non hai conoscenza teorica?
  6. Non hai esperienza di gestione naturale?
  7. Hai scarso tempo a disposizione?
  • Un puledro necessita di un periodo di addestramento di durata variabile affinché “dia” i piedi tranquillamente e il suo è uno zoccolo in evoluzione che necessita di un bagaglio culturale maggiore. Il lavoro sugli zoccoli del puledro contribuisce a determinarne il futuro. E’ strutturalmente delicato ed un errore di pareggio si riflette immediatamente  sull’intero arto influenzandone negativamente lo sviluppo.
  • I difetti in genere e la malattia non sono affrontabili, se non dopo avere ricevuto una dimostrazione chiara, pratica, dettagliata, ripetuta. Non è detto nemmeno che un difetto possa essere corretto.  Magari lo è solo esteticamente ed a danno della meccanica dell’intero arto. Può essere affrontata l’incuria o l’errore di gestione o pareggio ma ciò che è congenito o acquisito in tenera età può rimanere una limitazione permanente.
  • La “stazza” del cavallo influenza direttamente la difficoltà di manipolazione dei suoi arti. La corretta posizione del trimmer relativamente al cavallo, l’addestramento del cavallo diventano  ancora più necessari.
  • Spesso viene sottovalutata la conoscenza e capacità di utilizzo degli attrezzi. Chiunque voglia iniziare l’attività di pareggio dovrebbe saper utilizzare convenientemente una raspa ed un coltello. Con ciò intendiamo la capacità di realizzare ed estrarre ad esempio da un blocco di legno una superficie piana e delle superfici di vario raggio di curvatura impugnando indifferentemente la raspa con la mano destra o con la mano sinistra. Con una sgorbia si dovrebbe fare un po’ di pratica in modo da acquistare efficacia del gesto e sicurezza. Si può inizialmente assicurare il pezzo di legno in una morsa. Successivamente si provvederà a tenere fermo il legno che simula l’arto del cavallo tra le gambe . Se credete che questo sia scomodo pensate che avrete a che fare nella realtà con un ”pezzo di legno” animato che probabilmente non sarà affatto contento di aspettare i vostri comodi. Potete chiedere (è importante e vale la pena ripeterlo) al falegname del vostro quartiere o paese di aiutarvi. Gli artigiani, se ne rispettate la fretta perenne e la conseguente mancanza di tempo, sono felici di distribuire consigli. Non capita loro tutti i giorni di incontrare qualcuno interessato al loro lavoro.
  • La conoscenza teorica, inizialmente a livello elementare, è egualmente necessaria. Non è credibile né serio mettere le mani su qualche cosa e non conoscerne i principi di funzionamento. I corsi, teorici e pratici, sono utili e diffusi per molteplici ragioni ma successivamente nulla è meglio che farsi seguire nel pareggio da un tutor. Il confronto diretto contribuisce sostanzialmente a chiarire le idee.
  • I punti 6 e 7 non hanno necessità di commento. Mantenere un cavallo senza ferri vuole dire accettarne i limiti e rinunciare ad un mucchio di comodità. Alcune persone non includono nemmeno la pulizia dello zoccolo tra le “operazioni di manutenzione”, le delegano semplicemente al maniscalco ogni 40 giorni. L’atteggiamento barefoot è sostanzialmente differente. Ci si prende cura dello zoccolo del proprio cavallo e lo si osserva annotando tutti gli eventi.

Se sei arrivato fin qui sei sulla buona strada! Buona lettura.