Etica

Appello all’unità, newsletter e traduzioni da THH, estate 2014

Newsletter estate 2014 e traduzioni dal numero 55 di The Horse’s Hoof, appello all’unità.

Le Traduzioni

Grazie ai traduttori! L’esperimento iniziato con il numero 50 è in dirittura di arrivo. Con il prossimo numero autunnale si esaurisce. L’invio delle traduzioni sarà sostituito probabilmente da altra iniziativa rivolta a coloro che dimostreranno volontà di ricevere e partecipare.

Sindrome navicolare

Questo numero di THH pubblica la terza parte del mio lavoro sulla Sindrome Navicolare. Ho riunito ed illustrato le posizioni, barefoot e non, introducendo le maggiori linee di pensiero. Ora dovreste andare a leggere gli originali riportati nella bibliografia e confrontarli. Si tratta di dedicare tempo, a me è costato anni ma non varrebbe per me e non vale per voi addurre scuse se siete tra coloro che vanno in giro a chiedere soldi per il pareggio di un cavallo navicolitico o spesso erroneamente supposto tale. Ricordo Edwin Wittwer ed una delle sue frasi ricorrenti: “Voi volete conoscere il trucco per realizzare questo esercizio con il cavallo. Un trucco funziona solo in una situazione particolarissima. Studiando ed applicandovi troverete la successione e fluidità dei movimenti riuscendo nella generalità dei casi”. Con Edwin si trattava di movimenti e relazione, nel caso del pareggio dello zoccolo di riduzione di ogni singola parte e relazione tra le parti. Nonostante l’apparente semplicità molto difficile. Difficile perché nonostante la pretesa conoscenza, invero assai scarsa, il pareggiatore magari riconosciuto, certificato ed impataccato da riconoscimenti comprati segue degli schemi o peggio segue schemi in qualche modo validi ma frutto di successive interpretazioni. Già uno schema è riduttivo del processo seguito da colui che lo concepisce. Le successive interpretazioni lo degenerano. Ancora una volta non c’è alternativa allo studio diretto e totale di coloro che sono venuti prima di noi. Non c’è alternativa all’esperienza di ragionamento messa insieme in campi diversi negli anni. Non c’è alternativa all’intelligenza come capacità di adattamento alla circostanza. Solo alla ridotta dotazione non c’è rimedio.

Non inserisco nelle traduzioni la terza parte di Navicular Syndrom. Potete leggerla con le precedenti sul mio sito. La monografia piace in giro per il mondo ed è ritenuta utile come un piccolo “testo unico”.

Incontri

Tra il 20 ed il 27 luglio a Manziana di Roma parleremo di alimentazione, parassiti, pareggio cercando di tenere il livello alto senza dimenticare le necessità dei principianti. Sarà una bella occasione anche per i già esperti in uno di questi settori. Spesso le risposte e la possibilità di revisione sono nelle mani di coloro che sono vicino a noi e a portata di mano ma non ce ne accorgiamo. Lo scorso anno fu un successo se non di numero di qualità. L’ultimo giorno l’emozione e la gioia fecero addirittura piangere qualcuno. Questa volta spero non accada. Non perché non mi piace la dimostrazione dei sentimenti, vorrei che la spinta non si esaurisse in una lacrima ma producesse, attraverso la continua autonoma applicazione, ulteriore conoscenza. Ho investito mesi del mio tempo e spero di trasferire come lo scorso anno qualche cosa della esperienza di una vita semplicemente, senza fare ricorso a frasi o termini dotti, propri dei tromboni vuoti.

Appello all’unità !!!

Agli inizi dello scorso secolo Lenin scrisse un piccolo libro cui dette titolo “Il nemico e’ in casa nostra”. Si trattava di filosofia, etica, emancipazione, azione. Il nostro oggetto riguarda animali e solo indirettamente umani ma la passione é simile. Il movimento barefoot é stato dilaniato da lotte interne soprattutto durante il decennio passato da lettere aperte, critiche sui libri e sui siti poco costruttive. Si sono dimenticati o persi di vista i nemici veri di questa battaglia “ferrato o scalzo” che non andrebbero individuati nei promotori di una tecnica diversa da quella del gruppuscolo cui apparteniamo. Un giorno coloro che sfoglieranno i libri della storia dell’equitazione e della mascalcia sorrideranno incontrando i capitoli del barefoot.

Ogni linea di pareggio ha contribuito sostanzialmente al progresso generale. Ogni pareggiatore che conosce le varie linee e le ha meditate e applicate sul campo continua a contribuire all’evoluzione e diffusione del sistema.

Il modello americano è stato fondamentale presentandoci la verità della forma dettata dall’ambiente selettivo. La meccanica e le sue leggi ce la hanno illustrata. Consapevolezza, logica, osservazione hanno poi superato la fede e reso possibile un parziale ma irrinunciabile lavoro di adattamento alla circostanza. Anche coloro che non hanno avuto a disposizione il modello del cavallo vero nel suo ambiente naturale hanno fatto un lavoro meraviglioso, forse ancora più notevole a causa delle difficoltà, denunciando i problemi gravi della ferratura e la iniquità delle ferrature che si pretendono ortopediche o terapeutiche. Faccio esplicito riferimento alla Strasser ed al suo” Shoeing, A Necessary Evil?”! Il nemico non è tra noi. E’ ben riconoscibile tra coloro che mancano di carattere e di etica, addomesticano le loro parole alle necessità del proprietario, mancano nel denunciare carenze ed abusi, ignorano persino i fondamenti della scienza della alimentazione pur chiaramente espressi nelle pubblicazioni che si succedono periodicamente dagli anni ’40 edite dall’Academy of Science. Il nemico è tra coloro che continuano a considerare l’animale un mezzo, una tempo di produzione ed ora sportivo senza alcun rispetto, tra coloro che praticano tecniche atte all’utilizzo piuttosto che alla guarigione, tra coloro che lavorano nei macelli la mattina e nelle scuderie dopo pranzo. Di fronte alla diffusione delle idee e delle tecniche barefoot questi veri antagonisti degli animali si organizzano e si riorganizzano per salvaguardare la propria rendita di posizione in un miserabile gioco di squadra reazionario. Questi, che sono stati accompagnati alla porta cercano di rientrare dalla finestra o saltano sul carro del barefoot per interesse, per non perdere il cliente, con il mezzo falso sorriso di colui che, ignorante, finge o crede di essere superiore. E’ facile riconoscere questi individui meschini. Non prenderanno mai una posizione chiara, non ci metteranno la faccia, non correggeranno mai il proprietario del maneggio o del cavallo a costo di perdere la piazza o il cliente. Questa gente striscia, cerca di rendere la vita facile, anestetizza o imbroglia, rende disponibile o cerca di rendere disponibile un ammalato ai piaceri del proprietario. Questa gente non ha valori se non il proprio inserimento e tornaconto, non riconosce il limite, gli animali non hanno anima. Questa gente sta bene nella disorganizzazione degli spazi e delle idee dove più facilmente si può nascondere l’inconsistenza di una preparazione di scadenza intollerabile. E la lista non ha fine. Si aggiungono a pieno titolo coloro che si tengono per se quel poco che sanno o fingono di sapere e non aiutano le persone che lo desiderano ad emanciparsi dalla schiavitù di dipendere da qualcuno tutti i mesi, da quelli che massaggiano, infiltrano, raddrizzano, raschiano, intuiscono, tutti molto alla moda che “molto naturalmente” non vogliono avere idea dei danni provocati dal ferro e dalla stabulazione alias carcerazione a ciò che pretendono di curare prostituendosi di qua e di là. Ma da dove sbuca questa massa di parassiti e come fa la gente ad avere una capacità di discriminazione dei farabutti così bassa!

Siamo rimasti all’elisir venduto per strada dal furbastro sul carretto ai polli. I polli sono diventati proprietari di cavalli e poveri asini.

Credete che il “nemico” sia tra coloro che realizzano un tallone leggermente più alto o più basso, che lasciano una parete un millimetro più attiva o passiva? Se non si tratta di fessi si correggeranno con l’esperienza e osservando con modestia gli altri. I veri “nemici” non sono tra loro ma tra coloro che stupidamente o per calcolo rimangono ancorati a posizioni ormai indifendibili continuando a danneggiare animali e forse, nel prossimo futuro, anche persone.

Il caso di LaPierre negli USA è noto. La Pierre ha vinto la sua battaglia che ha visto riconosciuta la sua scuola di podologia equina barefoot come naturale evoluzione della mascalcia tradizionale e riconosciuti i suoi allievi, pareggiatori fin dalle origini non opportunisti. In Inghilterra lo scorso anno il cartello delle assicurazioni in mano alla “tradizione” si è rifiutato per qualche tempo di assicurare pareggiatori. Grande risonanza ha avuto qualche anno fa il processo in Inghilterra a pareggiatori del gruppo Strasser pilotato da sentimenti lontani da quelli che ispirano il benessere animale. Altre azioni più o meno legali sono in corso in varie parti del mondo dove categorie una volta monopoliste vedono erosa la propria fonte di reddito. Devo dire che non mi dispiacerà per questi futuri nuovi poveri.

Che fare?

Deve aumentare l’impegno, lo studio e l’applicazione. Sono le sole cose che pagano insieme all’unità di intenti, formale e sostanziale.l barefoot movement e più compiutamente l’ iron free philosophy sono una piccola leva per l’emancipazione dell’animale dall’uomo e dell’uomo da se stesso. A qualsiasi scuola di pareggio tu appartenga militiamo sotto la stessa bandiera. Il nemico NON è in casa nostra.

 

Tomas Teskey, etica e filosofia

Dal numero 54, primavera, di “The Horse’s Hoof. Per concessione dell’autore o meglio per amicizia e grazie alla bella traduzione di Fabrizio Gennenzi.

Franco ecco la traduzione di Tomas Teskey, in effetti è ben difficile. E’ sempre bello trovare le proprie parole nella bocca di altri, da la vaga sicurezza di non dire troppe fesserie… sorprende sempre l’uso di stesse parole, coniate per cercare di dar forma a sensazioni, utilizzate da altri

Fabrizio Gennenzi

2014: tempo di entrare in connessione – l’intuito di un uomo che ascolta i cavalli
di Tomas Teskey, veterinario

Approccio questa conversazione senza una mia idea personale, piuttosto seguendo i suggerimenti dati dai cavalli. Amici e familiari sono rimasti scioccati la prima volta che hanno seguito uno dei miei seminari: “Ti ho sempre visto tranquillo e riservato, per tutta la tua vita, ma vederti parlare di cavalli e lavorare su di loro è qualcosa di totalmente differente.”

Uno dei primi consigli che ricevetti alla scuola di veterinaria fu quello che mi diede uno dei veterinari del posto, nel recinto dei bovini: “prenditi qualche minuto e osserva soltanto”. Così restammo tutti immobili ad osservare tentando poi di tradurre in parole ciò che avevamo visto negli animali. Poi dovemmo sottoporre le sfortunate creature a ogni tipo di valutazione, misurazione, considerazione fossimo in grado di fare, sia con le mani che con svariati altri strumenti.

Ed è questo l’approccio che preferisco: osservare e ascoltare. Gli animali informano il loro ambiente su ciò che E’. Faremmo meglio a renderci conto che tutto ciò che desideriamo o abbiamo bisogno di conoscere di una cosa è in quella cosa stessa. E allora è davvero bello rilassarsi e aver fiducia: per conoscere i cavalli tutto ciò che ci serve è ascoltarli.

Sono stato un pessimo ascoltatore per quasi tutta la vita. Questo come risultato di alcune relazioni e circostanze passate, e emergeva da quel che raccontavo. Ho scelto di aprire un nuovo capitolo adesso, uno in cui tengo in considerazione ogni cosa intorno a me, in cui confido che il mondo mi fornisca ciò di cui ho bisogno, in cui sono in armonia e flessibile, in grado di comprendere le cose.
Tutti gli animali, specialmente le persone che ascoltano i cavalli, mi hanno suggerito relazioni che mi hanno aiutato a mettere in connessione, fare qualche respiro profondo e guardarmi intorno, accettando il dono della consapevolezza di ciò che E’. Questa consapevolezza è una semplice, nitida, preziosa sensazione. Priva di giudizio, intimamente connessa con il tutto, mi aiuta a trovare queste parole adesso, in questo eccitante Anno del Cavallo.

Molti di noi negli anni hanno cercato di sviluppare teorie su come funzionano le cose, perchè funzionano in quel modo, su cosa possiamo fare perchè funzionino nel modo che noi vorremmo. Le teorie sono sempre il modello di come una cosa funziona, enormemente semplificato rispetto alla realtà. Spesso confondiamo la teoria con la realtà perchè ci piace pensare che siamo intelligenti e conosciamo le cose. Questo cammina di pari passo con l’essere un cattivo ascoltatore. Le teorie sono utili e sempre modificabili, ma dopo di uno di quei respiri profondi e guardandoci intorno oggi ci si può chiedere: quanto modificabili? Ci aggrappiamo testardamente a tradizioni che causano dolore a noi stessi e al nostro mondo. C’è una grande sofferenza nei nostri animali, nel nostro ambiente, in noi.

Imparando a percepire di più, in quest’Anno del Cavallo, possiamo temere meno l’ignoranza e confidare in una maggiore saggezza chiedendo ai cavalli cosa è vero per loro. Spesso restiamo legati a vecchie storie, che non hanno riservato felicità a nessuno di noi. Ora più che mai abbiamo l’opportunità di trasformare tutto questo in modo profondo e gioioso.

Ti sarebbe d’aiuto vedere il mondo per ciò che è?

I cavalli sono animali sociali, concentrati sulle relazioni con gli altri della loro specie. Non hanno un senso dell’”IO” come lo intendiamo noi, per la natura della loro evoluzione di animali che si muovono in branco, mangiando erba e essendo predati da carnivori da millenni. Sono creature passionali, un momento calme e esplosive un attimo dopo. Sviluppano strutture gerarchiche nella mandria, mostrando competitivi comportamenti di sopraffazione, che potremmo definire litigiosi e aggressivi, persino manipolativi. Non si lamentano della loro posizione gerarchica nella mandria, per loro è sufficiente essere NELLA mandria. Il branco è una sana comunità che incarna la consapevolezza di questo voler essere connessi.

Ascoltare i cavalli ha reso più facile il mio lavoro. Mobili e dinamici nelle loro mandrie, scorrono sul paesaggio come un gruppo di pesci nel mare o uno stormo di uccelli nel cielo. Questa dinamica lascia pochi dubbi circa la loro abilità di comunicare energeticamente tra di loro e con ciò che li circonda. Ascoltare i cavalli si è trasformato in puro piacere, una volta messa da parte la lista delle cose da fare, non pretendendo nulla da loro. La mia realtà non deve essere la loro quando ascolto:

Comprendo queste risposte senza domanda?

Fluendo con passione e saggezza nell’esprimermi,

Mangiando verdi cose crude, scalciando l’acqua lì sotto,

Creando una connessione col fuoco che conosci?

Cosa guadagniamo dall’ascoltare i cavalli? Forse l’istinto di entrare in relazione l’un con l’altro? Perché ascoltare i cavalli per conoscere meglio noi stessi?

Per i cavalli la Connessione è tutto: l’un con l’altro, con la terra, le altre creature, noi. Abbiamo messo a fuoco l’opportunità di ascoltare. Siamo consapevoli che potremmo essere stati invitati a creare questa opportunità? Consapevole della saggezza del cavallo troveresti umiliante essere invitato da loro a giocare, lavorare, vivere? Ameresti percepire questo , e sentirti amato nel farlo? Ora è il momento di ascoltare. Ora è il momento di creare.

Ascoltare i cavalli implica l’osservarli, notare cambiamenti nel loro comportamento, riconoscere i loro cambiamenti fisici, e fare attenzione a tutto ciò che nella gestione migliora la loro condizione.

Per essere più precisi, ascoltare comporta vedere cosa è vero e da lì partire per creare. Quando approcciamo alla relazione con una lista di cose da fare e avendo bisogno di relazionarci, tendiamo a forzare i nostri partner. I cavalli, i loro proprietari e un sacco di persone a questo mondo si comportano in questo modo, ma non gioiosamente e non facendo in modo da essere complementari nel reciproco benessere. I cavalli incarnano il valore dell’ascoltare noi stessi. Partendo dall’ascolto possiamo fidarci dell’altra persona, o del cavallo, nella loro espressione reale e creare qualcosa di più grande di noi stessi. I cavalli son davvero felici di esistere e vivere e lavorare e giocare con i loro sensi, la loro psiche e il loro corpo intatti. L’ho scoperto ascoltandoli in differenti situazioni e essendo disponibile a ascoltare. Ad esempio non ha senso per un cavallo essere isolato, messo in un box, confinato, ferrato, montato con imboccatura e speroni, con attrezzature basate sul dolore, legato, montato con durezza o girato interminabilmente alla longia. Queste pratiche provano che non siamo attivamente all’ascolto, ma imponiamo il nostro modo, non rispettando e disgiungendoci.
Ripeto: ascoltare i cavalli implica l’osservarli, notare cambiamenti nel loro comportamento, riconoscere i loro cambiamenti fisici, e fare attenzione a tutto ciò che nella gestione migliora la loro condizione:

– Cavalli ferrati che precedentemente si mostravano non in forma, depressi, divengono sani e tonici sui loro piedi sferrati con le cure di un esperto pareggiatore

– Cavalli ansiosi, obesi e diabetici, si trasformano in atletici e sicuri performer tramite un’appropriata dieta a base di fieno, erba e spazio per muoversi in gruppo con altri cavalli.

– L’uso di una redine senza imboccatura o una capezzina trasforma cavalli sempre fuori mano, incontrollabili, che sgroppano o pesanti, in partner curiosi e coinvolgenti, più leggeri e elastici che mai, desiderosi di accontentarci senza nulla nella loro bocca. Scuotimenti della testa, problemi di respirazione, andature goffe e disfunzioni digestive possono essere alleviati eliminando il metallo dalla bocca del cavallo.

Cavalli destinati all’abbattimento a causa di problemi al navicolare “miracolosamente” guariscono al momento che i ferri, causa della loro malattia, vengono rimossi, consentendo ai loro zoccoli deformati di tornare a espandersi, il sangue a circolare, esfoliare i tessuti morti, percepire il terreno e adeguarsi ai suoi cambiamenti.

– Cavalli asociali e acidi a causa della loro ulcera cronica diventano disponibili e amichevoli una volta spostati dal box a una situazione di mandria. Le loro ulcere guariscono senza intervento medico alcuno.

– Cavalli che si oppongono alla mano, o che mostrano evidenti asimmetrie fisiche o nei loro zoccoli, cambiano sorprendentemente sotto ogni aspetto quando i loro incisivi, lunghi e arcuati, vengono bilanciati, consentendogli non soltanto di di masticare correttamente, ma consentendo alla totalità del loro corpo  di equilibrarsi per la prima volta dalla loro infanzia. Senza brucare quasi ogni cavallo domestico finisce col presentare incisivi non bilanciati, portando al disallineamento dell’articolazione temporomandibolare e dozzine di differenti problemi di salute.

– Cavalli destinati all’eutanasia a causa di una laminite acuta o cronica, guariscono completamente quando gli viene consentita la libertà di movimento in branco, un’Appropriata Dieta, l’uso di scarpette e solette, e il pareggio eseguito da mani esperte.

– Cavalli precedentemente sensibili a ogni virus e parassita intestinale, con frequenti episodi di coliche si liberano del veterinario, presentano un manto lucido e “molle ai piedi” quando gli viene consentito il libero accesso a un cibo a base d’erba a alto contenuto di fibre, poco amido, col supplemento di vitamine e minerali a compendio del foraggio precedentemente testato.

– Rinunciare alla vaccinazione annuale migliora la funzione immunitaria, riduce le infiammazione negli zoccoli (laminiti) e evita seri effetti collaterali a livello neurologico. Gran parte dei vaccini persistono almeno nove anni nei cavalli, alcuni proteggono per tutta la vita.

Il momento magico nella tua relazione con gli altri e con i cavalli si manifesta quando ti senti in connessione e in ascolto, e raggiungere questo stato comporta l’affidarsi a ciò che vero piuttosto che essere impositivi o accondiscendenti con gli altri. La verità è che sia tu, che le persone della tua comunità, sia i tuoi cavalli meritate di vivere con completezza e felici, e TU sei quello che tiene le redini della situazione. La menzogna è che tu non lo meriti e sei destinato a essere una vittima delle circostanze, senza relazioni, legato al giogo. Semplicemente non possiamo togliere valore al nostro benessere o quello degli animali e dell’ambiente e aspettarci di essere felici. Dentro ognuno di noi c’è la brama di connessione e di esserne degni.

Durante quest’anno il solo ascoltare i cavalli potrebbe rivelarsi non bastare. Ci sono molti diversi gruppi di cavalieri che amano passare tempo insieme che hanno lamentele e hanno bisogno di essere ascoltati. Tutti noi possiamo migliorare la nostra capacità d’ascolto e continuare a operare per fornire una migliore alimentazione, habitat, cura dello zoccolo e horsemanship. Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, dando l’esempio. Sii disponibile alle domande da parte di coloro alla ricerca di quel che sai essere “la migliore relazione in assoluto” con i tuoi cavalli. Informati, rispettosamente, sul motivo per il quale sentono la necessità di ferrare, dell’imboccatura o degli speroni, della sovralimentazione con cereali o la sovravaccinazione, fino a comprendere che vengono mossi dalla paura quando impiegano questi metodi. Chi sei tu per scagliare la prima pietra quando noi tutti abbiamo continue opportunità di ascoltare e imparare e creare la miglior cosa di sempre? Rimani sempre aderente a ciò che SAI invece che a ciò che TEMI, e poi lavoraci su GODENDOTELA come uno stile di vita.

Devo ringraziare il mio amico e medico personale, K.F., come tanti altri nel mondo dei cavalli, per avermi guidato nella mia crescita personale. Il mio più profondo apprezzamento va a coloro che che mostrano la loro passione, nei modi più svariati.

Auguro a te e ai tuoi cavalli di essere in connessione oltre le più estreme ambizioni. Se senti che posso esserti d’aiuto o supporto nella tua esplorazione di queste opportunità sarei contento di aver tue notizie.

Tomas Teskey, medico veterinario in Arizona, U.S.A.

HorseShoe e protezioni permanenti, critica.

Nel mondo del barefoot e non solo non si fa altro che parlare dei nuovi profili della Easycare, EasyShoe.
Superficialmente possono apparire una grande vittoria per il barefoot. Non credo.
Certo é innegabile che un profilo in gomma sia tecnicamente migliore rispetto ad un pezzo di ferro dolce o alluminio inchiodato se non altro per la possibilità che ha lo zoccolo di muoversi e deformarsi elasticamente sotto carico.
Il peso scarso dei profili in gomma non interviene modificando la dinamica del movimento.
Ma che dire dell’Igiene? Le colle, l’occlusione, l’umidità.
Come e meglio del ferro inoltre il materiale plastico può contribuire all’occultamento di eventuali problematiche serie. Si rinuncia allo zoccolo quale indicatore della condizione di salute e capacità atletica, (leggete la traduzione dell’articolo della campionessa di endurance Darolyn Butler “lo zoccolo quale indicatore della condizione” su questo sito nella pagina letture).
Considerate soprattutto la preparazione per la applicazione dell’horseshoe. Un accessorio fa perdere di vista necessità e rapporti fra le parti che vengono sacrificati per la realizzazione della sua buona tenuta. Il lavoro del podologo ritorna ad essere quello del “pareggio” con la creazione di un piano e/o lavorazione delle superfici funzionale non alla resa diretta della performance da parte dello zoccolo naturale ma alla successiva applicazione del profilo.
A chi è utile l’horseshoe?
Al cavallo o al proprietario?
Quale riabilitazione è migliorata dall’applicazione di un accessorio permanente piuttosto che dalla scelta oculata del terreno di esercizio e dall’utilizzo combinato della scarpetta e delle solette?
Non sentite odore di fregatura? Preparazione, colle, profili costano e rendono. E rappresentano una rendita visto che l’animale probabilmente grazie ad esse non sarà mai in grado di “far da sè”. Il profilo in gomma creerà dipendenza come il ferro, per cavallo e proprietario.
Gli accessori gettati dalla porta rientrano dalla finestra.
I proprietari possono utilizzare la bestia.
Il “pareggiatore” o maniscalco lavorano.
Il mercato rende.
…….Qualche cosa dobbiamo venderti e nello stesso tempo ci manteniamo indispensabili….
Questo é un serio ostacolo per la diffusione della filosofia e pratica ironfree il cui cardine e gratificazione sono la “ricerca del limite ed il suo continuo superamento con l’allenamento”. (Reinhold Messner, leggete il parallelo fatto nel vecchio articolo “Horses Stories, Funny and Schnappi” pagina pubblicazioni).
Perché attendere o faticare o limitarsi? Il cavallo rimane un attrezzo da adattare suo malgrado alle necessità “impellenti” del momento.
Perché migliorare i campi, i fondi, se tanto c’è il ferro?
Perché spendere e faticare se tanto c’è l’horseshoe?
Perché curare l’Igiene? Si può rimanere ignoranti in un ambiente trascurato.
Non escludo possano esserci occasioni di applicazione e io stesso lo preferirei al ferro se mi ci costringessero ma ritengo che l’horseshoe sia un accattivante parente prossimo del ferro (infatti si può anche inchiodare e strizza l’occhio a tutti, basta far cassa) e non una evoluzione e possibilità per il barefoot ed i barefooter, come qualsiasi altra protezione permanente. Scarpette incollate comprese. Unica eccezione credo sia il cast (benda di immobilizzazione ortopedica) che per sua natura e campo di applicazione é la quintessenza della protezione temporanea applicabile professionalmente.

Articolo collegato: cerca in questa sezione “Scarpette e solette”.

Tomas Teskey, stralci. Corrispondenza.

Italiano / Inglese

La mia vita raccontata in breve:

Pratico come medico chirurgo per grandi animali in Arizona, con una attenzione maggiore ai cavalli. Negli ultimi anni mi sono appassionato di podologia e sono un appassionato supporter del barefoot. “The Unfettered Foot, A Paradigm Change for Equine Podiatry”, l’articolo pubblicato sul giornale di Scienze Equine Veterinarie nel febbraio 2005 é stato causa di seria riflessione all’interno della comunità sulla cura naturale dello zoccolo ed i suoi benefici in alternativa alla prassi tradizionale. E’ stato seguito da numerosi altri articoli. Ho introdotto all’argomento gli studenti di veterinaria nella stessa Università che mi ha formato in Colorado e poi in tutto il mondo fino in Australia.

Ferravo i miei cavalli, tuttavia, finchè scoprii e sviluppai “un programma di gestione scalza” per la maggiore salute e soundness dei cavalli del ranch e degli altri cavalli che sono impiegati nelle più varie discipline. Ora sono riconosciuto come una autorità in campo veterinario sullo zoccolo del cavallo ad alta prestazione. Ho applicato i principi della cura naturale dello zoccolo ai miei cavalli che godono della più grande capacità di movimento e vitalità mentre lavorano sui terreni difficili dell’Ovest come i loro antenati.

Secondo nato di cinque in una famiglia di allevatori di bestiame da cinque generazioni nella Arizona centrale, ho seguito i passi di mio padre laureandomi in veterinaria nel 1995 nella sua stessa Università, la Statale del Colorado, dopo avere conseguito una laurea breve in botanica alla  Università Northern Arizona.

Continuo a studiare le materie relative alla cura dello zoccolo e attendo le novità che ancora devono arrivare in questo appassionante campo!

Apprezzo che tu sei la come amico e compagno, Franco… apprezzo il tuo interesse ed aiuto alle persone che cercano di migliorare la vita dei loro cavalli. Mi piacerebbe venire e condurre un seminario insieme a te un giorno … davvero tu hai qualche intuizione sulla relazione tra cavallo e uomo che é onesta e reale.

My Bio in a nutshell:

I practice large animal medicine and surgery in Arizona, with the majority of his work focused on horses. I have taken a special interest in equine podiatry over the last few years, becoming a passionate proponent of the barefoot horse.

“The Unfettered Foot, A Paradigm Change for Equine Podiatry”, the article published in the Journal of Equine Veterinary Science (February, 2005), sparked serious questions within the veterinary community about natural hoof care and its benefits over conventional hoof care, and was followed by other numerous published articles.

I introduced this exciting information to the veterinary students at my alma mater in Colorado in February of 2006, and lectured worldwide on the equine hoof, including Queensland, Australia in March of 2006.

I shod my own horses, however, since led the way in developing a “barefoot management program” for superior health and soundness for the ranch horses and other equines in various disciplines, and I am recognized as a leading veterinary authority on the equine hoof and barefoot performance horse. I have applied the principles of natural hoof care to my own horses who now enjoy greater soundness and vitality while working in the same rough Western terrain as previous generations.

The second oldest of five siblings in a five generation cattle ranching family in central Arizona, I followed my father’s footsteps, graduating from the same veterinary school at Colorado State University in 1995 after receiving a Bachelor’s degree in Botany from Northern Arizona University in 1991.

I am dedicated to continued research surrounding appropriate hoof care and looks toward the many advances yet to come in this exciting field!

I am grateful that you are there and a friend and supporter, Franco…I appreciate your interest and support of people who are looking for a better life with their horses. I would love to come and do a clinic with you some day…truly you have some insights in to this horse-human relationship that is honest and real.

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Welcome!

Inglese / Italiano

Welcome Tomas! 

Dear readers, approaching the barefoot movement I encountered Tomas and his articles. There were so much to read about the matter at that time, yet those articles were different. Where I found the difference? Compassion, not only technique. Compassion.

Compassion is, in my opinion, the overcoming of our own interest to recognize the animal’s right to well being. The same compassion and lenience that we invoke from God and men and so often denied to animals belongs to Tomas that begins his clinics speaking of philosophy and not of anatomy, ethics not pathology.

This web site is full of what I call “veterinary hygiene”, the expression of the same needs for humans and animals. Movement, air, open space, healthy food, fellowship. It seems that most of us do not see it or forgot it. For most of the people “veterinary hygiene” is no more than food safety for humans.

Before to be a vet Tomas was a botanist. A Naturalist! A naturalist is more than a vet, much more than a biochemical or an agronomist for the horse. The naturalist possesses the ingredients that are the pride of the natural boarding. The principles of what, very often, makes superfluous the rest.

Thanks Tomas, I can not wait to spend hours speaking with you to the students and young of what we dream.

Benvenuto Tomas!

Cari lettori, incontrando il barefoot movement incontrai Tomas ed i suoi articoli. C’era molto da leggere già allora ma gli articoli di Tomas avevano un sapore differente. In che cosa? Non c’era solo tecnica ma anche compassione. Per compassione intendo il superamento dell’interesse a favore del benessere animale. La stessa compassione ed indulgenza che invochiamo da Dio e dagli uomini ma così spesso é negata agli animali appartiene a Tomas che inizia le sue lezioni con la filosofia non con l’anatomia, con l’etica invece che con la patologia. Questo sito è pieno di articoli di Igiene Veterinaria, espressione delle stesse necessità per umani ed animali. Movimento, aria, acqua, spazi aperti, cibo sano ed adatto alla specie, relazione. Pare che molti tra noi umani non vedano o non ricordino. Per la maggior parte degli operatori del settore l’igiene veterinaria non ha altra ragione che la salute umana.  

Prima di essere un veterinario Tomas è un botanico, un naturalista. Un naturalista è più di un veterinario, di un agronomo o un biochimico, per un cavallo. Il naturalista possiede gli ingredienti che sono il fiore all’occhiello del natural boarding. E con essi i principi che rendono spesso inutile il resto.

Grazie Tomas. Non vedo l’ora di passare ore insieme a te parlando agli   studenti ed ai giovani dei nostri sogni.

La storia di Spirit raccontata su “The Horse’s Hoof”

Non mi capita spesso di tradurre un articolo così volentieri. Forse sono troppo critico o forse conosco bene gli argomenti o come nell’articolo di Joe Camp sulle sverminazioni nel numero 52 di THH sono tali e tante le fesserie che verrebbe voglia di abbandonare tutto.
Qui è diverso e nonostante alcune nebbie, nessuno infatti mi può far abbandonare il pensiero che proprio il farmaco testato abbia fatto precipitare la situazione dopo anni di effettiva soundness, rimane la semplicità di Barb Fenwick, la sua vera idea di equitazione naturale, la sua reale noncuranza del giudizio anche in concorso che dovrebbe insegnare a molti che avere gli attributi non significa soltanto avere qualche appendice che pende.
Chi può vada ai concorsi, si presenti bene e si faccia eliminare. E magari si organizzino concorsi ironfree dove invece ammettere tutti i cavalli e squalificare moralmente i cavalieri.
Tornando a SPIRIT, vi suggerisco un sito creato da GianMarco Fabbri. Il più bel sito che conosco dedicato alla memoria di un amico animale, Hamar :
http://www.hamar.it/

Dal numero 53 di “The horse’s Hoof”, inverno 2014.

Nel ricordo di Spirit
di Barb Fenwick, Manitoba.

Fui fortunato quando comprai questo giovane Tennessee Walking Horse in un paese del Montana. Aveva due anni quando appena castrato fece la sua parte per mettere al mondo Chris il 23 dicembre del 2000. Spirit aveva una bella personalità, maturò alla svelta restando fresco e giovane di … spirito. Si accompagnò a veramente tante persone nel lavoro da terra e montato. E’ stato il mio partner e con lui mi sono preparato per poi diventare istruttore e giudice di Agility. A Hilda, portatrice di handicap mancherà molto. Con lui ritrovò la sicurezza di montare a cavallo. Erano una bella coppia il suo sorriso e la premurosità del cavallo.
Vincemmo anche un concorso riservato agli ambiatori, giudice la signora Graves.
Lavoravamo insieme ai seminari di equitazione naturale, facemmo insieme migliaia di miglia. Ricordo un episodio che lo caratterizza. Montavo una femmina senza testiera e senza sella quando lei accellerò. Non sentendomi sicuro preferii scivolare via a terra, Spirit che aveva osservato si precipitò verso di me. Era quel tipo di cavallo.
Non ha mai messo una imboccatura, sempre capezze di corda o sidepull anche in concorso. Io non mi sono mai curato della nostra eventuale squalificazione, Lui non aveva bisogno di imboccatura, nessuno dei miei cavalli.
A 5 anni fu diagnosticato come laminitico e precisamente un soggetto insulino resistente. Da allora e per 10 anni ho fatto il possibile per controllare la sua malattia e mantenerlo sound. Alla fine il male ha vinto ma non prima che avessimo “fatto tutto” e riempito la nostra vita di attività e belle giornate.
Dopo la diagnosi, nel 2006, iniziai a documentarmi ed ho avuto i Welz sempre vicini e compagni nel tentativo di mantenere Spirit al meglio della condizione. Una dieta severa ed il pareggio tecnico gli hanno dato una vita migliore e più lunga della media.
La scorsa primavera è entrato a far parte di un gruppo per la ricerca e test di farmaci che vengono iniettati negli zoccoli. L’esito fu favorevole e trascorse una bella estate. Al sopraggiungere dell’autunno l’effetto del farmaco iniziò a calare. Sapevo che questa era l’ultima speranza per Spirit e che gli zoccoli erano ormai fortemente danneggiati dalla malattia negli anni. Tutto quello che si poteva fare era stato fatto ma non bastava. Cominciò ad avere forti dolori e la situazione sarebbe peggiorata con la stagione fredda. Nonostante tutto speravo in un miglioramento quando all’ultimo pareggio il danno era così evidente e irrecuperabile che mi parve crudele prolungare oltre la sofferenza. E’ stata la decisione più difficile della mia vita. Ma era vissuto bene …

Come si addormentò in pace il 21 novembre del 2013 anche io scivolai nella stessa condizione accompagnata dalla profonda sensazione di tristezza che ci pervade quando perdiamo qualcuno di caro.
Eravamo una coppia di eguali nel gioco della vita. Ci divertivamo, litigavamo a volte e prendevamo quel che veniva con quella capacità di intendersi che capita una volta. Unico nel suo genere, distinto dalla massa, un insegnante ed amico.
Vola alto Spirit, grazie per i fatti, i ricordi e l’amore.
Barb

Barb Fenwick ha avuto parecchi TWH. Ora gli rimangono due Missouri Trotter e un Paso Fino. Continua la sua attività come istruttore di equitazione naturale ( la vera equitazione naturale che non può comprendere l’uso di imboccature e attrezzi, ndt) e di Agility. Vive nel suo ranch “Seasons Ranch” vicino a Sprucewoods Park nel Manitoba.
www.theseasonsranch.weebly.com

Verona?

Perché Verona?

Come ogni anno alla metà di novembre, saremo sommersi da lettere, telefonate e post piagnucolanti di denuncia di condizioni ritenute non idonee, ferrature inappropriate, imboccature severe, cavalli fisicamente e psicologicamente provati. Tra mercatini di paccottiglia inutile e pizzette, nel rumore e nella ressa dopo un viaggio di centinaia di km. Viaggio che soprattutto gli animali patiscono. Verona appartiene ad un mondo parallelo che non appartiene e non si incontra con il movimento barefoot. Tantomeno ironfree. Un mondo che disdegna il nostro e ci allontana. Dove gli affari e le rendite di posizione passerebbero volentieri sopra al cavallo e a tutti coloro che concepiscono un piede scalzo o una bitlessbridle per pochi centesimi. E dove un posto in terza fila è venduto per non perdere una piccola fetta di paganti. Mi domando che cosa può andare a fare a Verona “uno di noi” se non per predisporsi ad un’ulcera.

Affari? Incontrare gente? Proporsi? Ma a chi? Per che cosa?

Vi invito ad una alternativa. Andate al mare, a passeggio nei boschi, divertitevi in campo.

Perché alimentare in qualche modo questa manifestazione sulle spalle degli animali? Disertate. Andate a dare una mano ad Italian Horse Protection, proponetevi per fare uscire un cavallo che avete adocchiato ed é sempre malinconico in un box lurido, tagliate le unghie ad un altro. Insomma fate qualche cosa di utile, magari anche una volta sola. Organizzatevi tra amici e conoscenti per questo ed inviate tutti insieme una bella lettera al comune ed alla organizzazione dichiarando che ne avete avuto abbastanza, che il mercato degli animali e le manifestazioni non sono altro che la propaggine degli zoo di antica memoria. Non ci vogliono ai loro concorsi, mettono di traverso le loro stupide regole funzionali ai loro interessi di bottega, ignorate le loro manifestazioni.

Non sono mai andato a Verona e tutti si stupiscono. Vivo benissimo. Una volta sono stato a Roma Cavalli per presentare un vecchio libro di Pete Ramey tradotto da “Ipparco”. E’ come essere all’estero in un paese di cui non capisci le usanze, inospitale sporco e ignorante. Non credo ci tornerò mai.

Con rispetto per gli animali,

bitlessandbarefoot-studio.org

Etica, il Karma degli Animali

Di formazione materialista anche se vegetariano sono lontano dalle discipline orientali. Questo sito è dedicato agli animali, al cavallo. Mi importa poco qui del destino dell’uomo. L’umanità è dotata del libero arbitrio, costruisce e demolisce il suo presente ed il futuro senza comprendere il passato. Non credo che la salvezza dell’umanità o lo sviluppo sostenibile passino attraverso una alimentazione vegana. Mi pare utile ma insufficiente affrontare il problema.  Se tutti mangiassimo pane e non bistecche potremmo certo vivere e moltiplicarci ancora sulla Terra. Non è il mio obiettivo. Come ebbe a dire Levi Montalcini nulla potrà mai fare l’uomo per migliorare la sua condizione se non accompagnerà lo sviluppo della scienza e della tecnica ad un controllo demografico.

Ho deciso di inserire ‘articolo che segue nella pagina “letture” anziché “Igiene veterinaria” anche se si accenna alla  legislazione e che cosa essa esplicitamente o no consente. La lettura dovrebbe servire, spero, a rendere consapevole il lettore di quanto succede dietro le nostre tavole e con quale mentalità si ha a che fare quando si tratta con la veterinaria  “tradizionale” … gli animali non sono animali che si tratti del vostro caro cavalluccio, micetto o porchetta?

Se credete che la lettura sia cruda, magari per i vostri figli che, poverini potrebbero esserne scioccati, pensate a quanto è cruda o cotta invece per gli animali. Complimenti a chi ha scritto l’articolo. Troviamo motivi di unione e non di allontanamento?

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Lettera aperta a Jaime Jackson

Written for n° 50  “The horse’s hoof” – spring 2013.

(trovate la traduzione in italiano di questa lettera di risposta a Jackson ed il suo appello in lingua inglese nella pagina “laminite”. L’appello è pubblicato sul numero 49 di The Horse’s Hoof)

An open letter to Jaime Jackson, adhering and responding to his plea for ethical behavior in research (in THH 49)  by Dr. Franco Belmonte

Thank you Jaime, I also refuse to sacrifice horses and ponies in the name of laminitis research. This petition, this plea, is worthy of our maximum consideration. Two years ago, after rereading the work of so called expert researchers on lamini- tis, I wrote the following on my website regarding the disease:

“Any way Pollitt and the other researchers turn, all they find are jammed up biological mechanisms. Continua a leggere

Etica 2 – I monconi

Potete  per favore riflettere sull’utilizzo dei monconi di zampa di cavallo utilizzati per molti anni durante i corsi di introduzione al barefoot?

Persone che non hanno mai adoperato un coltello od una raspa si trovano tra le mani un pezzo di cavallo avvolto in un telo nero di plastica. Trovo una deprecabile analogia nel sacrificio della solita povera rana nel laboratorio di biologia del liceo o in quelli di zoologia, istologia, anatomia comparata, all’università. Mi direte che la rana è viva ed il cavallo già morto. Non mi pare cambi un granché. Comune denominatore è l’insensibilità nei confronti della natura e del “naturale”, ormai inflazionata parola dietro la quale si nasconde ignoranza, furbizia ed omologazione. Potrebbe essere utile invece per un professionista la dissezione di un piede di cavallo morto perchè malato, perchè vecchio, eccetera. Trovo utile lo studio e l’esercizio con pezzi anatomici.

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Etica?

Navigando, ho trovato riportato su un forum che non conoscevo un mio passo. Lo avevo scritto tempo prima sul “forum barefoot”. Mi sono incuriosito, l’amministratore del forum mi faceva tanto di cappello! Bene, ora io faccio tanto di cappello a lui e mi ricopio, dal suo sito,  quel che lui mi ha copiato insieme ai commenti.

L’argomento del contendere erano, se ricordo bene, le varie “scuole” e la loro pretesa di monopolio, di superiorità, di unicità, di riconoscimento DOC.

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